Foglio Informativo
Plastica Legamento Crociato Ginocchio
Gentile signora, egregio signore,
Le indagini finora svolte hanno permesso di diagnosticare la presenza di:
lesione legamento crociato / lesione meniscale / lesione cartilagine ……………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………
L’intervento di Artroscopia del ginocchio e Plastica del legamento crociato è indicato.
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Intervento proposto:
L’intervento inizia solitamente con un’artroscopia del ginocchio, questa consiste nell’introdurre nel ginocchio una piccola telecamera per ispezionare l’articolazione. Al contempo l’introduzione di piccoli strumenti permette di eseguire degli interventi (riparazione o resezione di porzione del menisco, asportazione di frammenti di cartilagine, ecc…) senza dover aprire il ginocchio. Dopo aver confermato la lesione del legamento, si procede con il prelievo del tendine che rimpiazzerà il legamento rotto, attraverso una piccola incisione cutanea di 2-3 cm. Vi sono varie possibilità ma solitamente viene prelevata una porzione del tendine rotuleo oppure i tendini semitendinoso e/o gracilis.
In seguito e sempre sotto controllo artroscopico si forano dei tunnel nel femore e nella tibia e vi s’introduce il tendine prelevato. Dopo aver fissato il trapianto con delle viti e/o delle placchette, si effettua l’ultima verifica con l’artroscopio per assicurarsi che il legamento sia ben posizionato e saldamente fissato.
Terapie alternative:
L’intervento non è indispensabile. Molti pazienti decidono semplicemente di rinunciare alle attività più a rischio. Spesso della fisioterapia ben condotta è sufficiente per stabilizzare il ginocchio.
Complicazioni possibili:
Come in tutte le operazioni, è possibile che occorrano delle complicanze locali e generali:
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Complicanze locali comuni (1-5%)
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tumefazione/versamento: è possibile che il ginocchio si riempia di liquido infiammatorio o sangue, in genere la situazione si risolve spontaneamente, ma possono esserci dei dolori e raramente è necessario reintervenire.
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persistenza di dolori: a volte persistono disturbi malgrado l’intervento, soprattutto in presenza di danni alla cartilagine.
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persistenza di cedimenti: è possibile che il tendine trapiantato non si integri e con il tempo si riassorba o comunque diventi incompetente. Nei pazienti fumatori questa complicazione è nettamente più frequente che nei non fumatori.
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riduzione della mobilità: dopo l’intervento, l’articolazione ha tendenza a irrigidirsi e solo con una fisioterapia ben condotta si può recuperare una mobilità normale. In certi casi la mobilità rimarrà lievemente diminuita rispetto al ginocchio sano e solo molto raramente s’instaura una rigidità permanente.
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rerottura del legamento: il neo-legamento ha una resistenza comparabile a quella di un legamento normale, ciononostante il rischio di rerottura è più alto rispetto ad un ginocchio sano.
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dolenzia cicatrice: benché il foro di entrata sia piccolo, si tratta di una vera e propria cicatrice, può dunque esserci una ipersensibilità o viceversa un’iposensibilità della cute.
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guarigione anormale cicatrice: in pazienti predisposti può capitare che a livello delle cicatrici si formi una cicatrice cheloide.
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Complicanze locali rare (<1%)
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infezione: se nei giorni seguenti l’intervento le ferite si arrossano e/o presentano uno spurgo vogliate informarne al più presto il vostro medico. L’infezione può essere localizzata alle ferite e venir trattata con antibiotici, ma può anche espandersi fin dentro il ginocchio e causare un’artrite settica, la quale se non viene trattata può risultare fatale.
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danni neuro-vascolari: raramente possono verificarsi danni alle strutture neuro-vascolari attorno al ginocchio.
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rottura strumenti: raramente può capitare che parte di strumento si rompa nel ginocchio e che sia necessario aprire l’articolazione per asportarlo.
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Complicanze generali
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Trombosi venosa profonda ed embolia polmonare: normalmente dopo l’intervento è possibile caricare completamente l’arto e quindi un’anticoagulazione non è necessaria. Raramente tuttavia può capitare che si formi comunque un coagulo nelle vene con conseguente trombosi. I trombi formati nella gamba possono entrare nella circolazione e arrivare sino ai polmoni causando un’embolia polmonare, la quale può essere fatale se non viene trattata. La trombosi venosa alle gambe si manifesta in genere con una tumefazione e un dolore nel polpaccio, se avvertite questi sintomi dovete informarne il vostro medico.
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In caso di anestesia spinale, raramente, è possibile presentare una ritenzione urinaria con necessità di posizionare un catetere vescicale.
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Raramente si possono manifestare problemi cardio-polmonari: reazioni allergiche a farmaci somministrati, atelettasia polmonare e broncopolmonite, scompenso cardiocircolatorio e infarto miocardico.
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Evoluzione dopo l’intervento:
Il dolore è minimo nella maggior parte dei casi, qualora dovesse aver male può assumere i medicamenti antalgici che le verranno prescritti e applicare del ghiaccio.
Una tendenza al gonfiore del ginocchio è comunque normale.
Salvo indicazioni contrarie, il carico può essere completo da subito. Dovrà tuttavia utilizzare delle stampelle e portare un tutore per alcuni giorni. La fisioterapia verrà iniziata solo dopo una decina di giorni ma riceverà delle indicazioni su quali esercizi sono da cominciare da subito.
Costi:
Prestazione obbligatoriamente a carico della cassa malati. Se ha un’assicurazione
complementare per camera privata o semiprivata, si informi sulla copertura dei costi.
Protocollo riabilitazione
1 settimana
riposo, ghiaccio locale 4/5 volte al giorno per 30 minuti
. antalgici al bisogno, profilassi antitrombotica
deambulazione con stecca e stampelle in carico secondo dolore
mantenere stecca per almeno 1 settimana e stampelle per almeno 2 settimane
mobilizzazione attiva flesso/estensione (0° – 60°); esercizi isometrici di rinforzo del muscolo quadricipite
2-3 settimana
ghiaccio locale 2/3 volte al giorno per 30 minuti
abbandono prima della stecca e poi delle stampelle
fisioterapia: – mobilizzazione attiva in flesso/estensione (0° – 90°)
– elettrostimolazione quadricipitale.
– esercizi isometrici di rinforzo del muscolo quadricipite
– esercizi dell’anca, esercizi di postura, esercizi a domicilio
4-6 settimana
abbandono stampelle
fisioterapia: – mobilizzazione completa della flesso/estensione
– co-contrazione del ginocchio a 45° in flessione
– esercizi di contrazione attiva del gastrocnemio e del soleo
– massaggi di scollamento della ferita
– propriocezione (iniziare bipodalico) mini-squat, cyclette
6-12 settimana
fisioterapia: – STEP UPS Frontale e Laterale
– mini-squat (incrementare grado flessione, durata e ripetizioni)
– nuoto stile libero, ciclette con resistenza
– corsa sul posto e/o superficie piana
3-6 mesi
fisioterapia: – esercizi con macchine (leg-press, leg-extension, leg-curl,…)
– propriocezione (piani instabile, mini-trampolino,…)
– corsa su qualsiasi superficie
– recupero individuale in funzione dello sport praticato
Domande:………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………………….